Dacno rimise i pugnali nel fodero. Poi si volto' in direzione della posizione in cui credeva che fosse ancora posata a terra la sua spada. E la spada era li.
Ma poggiato sopra di lei, c'era il piede di una figura alta e snella, che impugnava una lunga lancia di metallo. Una figura che Dacno ricordava fin troppo bene.
-Amore mio!- disse con la sua voce appiccicosa,
-Mi sei mancata!-.
-Ramira-.
Quella gran meretrice di una succhiasangue. Perche' non le aveva fatto assaggiare un po' del suo argento prima di allora? Ah, si, ora ricordava. Era sempre scappata.
Ricordava il giorno in cui quella maledetta aveva impiccato il suo miglior amico. Per questo le aveva sempre dato la caccia in cerca di vendetta, ma senza mai riuscire a prenderla. Ma ora non poteva piu' sfuggirle. Era li tutta per lei. Dacno si ripromise di ucciderla a tutti i costi.
Ramira sorrise col suo sorriso mieloso.
-Hai un gran brutto colorito, tesoro- disse con aria di finta preoccupazione.
-Che hai mangiato ultimamente?-. Si diresse verso di lei lentamente, facendo ruotare la lancia. Se la ricordava bene, quell'andatura ancheggiante...
-Ultimamente non ho mangiato molto, gioia- disse Dacno in tono aspro.
-Ma gia' che sei qui penso che mangero' te-. Ramira rise.
Dacno fece roteare i pungnali estraendoli dai foderi e si preparo' ad attaccare.
-Spero solo che tu non sia troppo viscida-, disse, andandole addosso.
A quanto ricordava, Ramira era un asso con la lancia. E stavolta purtroppo la sua memoria non sbagliava. Ogni attacco veniva da lei prontamente fermato, e i suoi movimenti le impedivano di recuperare la spada. Continuando a colpire in quel modo e con soli due pugnali, Dacno aveva ben poche possibilita' di sfondare la difesa della sua avversaria.
Poi fu Ramira ad attaccare. Dacno riusci' ad evitare qualche colpo, schivandoli in tempo; non riusci' pero' ad evitare l'improvviso fendente che le arrivo' alle gambe. Il colpo le fece perdere l'equilibrio e cadere all'indietro, ma Dacno riusci' a sostenersi sulle braccia, eseguire una verticale e ricadere poi in piedi. Evito' il fendente dell'avversaria inarcando la schiena all'indietro e poi un altro chinandosi. Da questa posizione china si getto' con tutto il suo corpo sulle gambe di Ramira facendola cadere all'indietro e precipitandole addosso; cerco' di colpirla con i suoi due pugnali, ma lei fermo' il colpo parandolo con la lancia. Dopo qualche istante, ognuna a cercare di vincere la spinta che entrambe esercitavano sull'altra, Ramira, vedendo il sopravvento di Dacno, le sferro' un calcio allo stomaco, che la fece piegare in due, pur non ritraendo i pugnali; poi colpi' con la lancia Dacno in volto, spingendola di lato, e poi, rialzatasi velocemente in piedi, cercando di trafiggerla. Dacno fermo' il colpo deviando il fendente dell'arma con un calcio, dopodiche' di rialzo' in piedi sospingendosi con la forza delle gambe.
Ripresero il combattimento ravvicinato con le armi. Dopo alcuni colpi a vuoto, Dacno con una finta riusci' a colpirla in volto. Ramira si allontano' di parecchi passi, tenedosi una mano sul volto.
-Non vorrai scappare ancora, vero, Ramira?- le urlo' Dacno preparandosi all'attacco.
Ramira la guardo' sprezzante, poi si ravvio' i capelli con un gesto aggraziato e disse:
-Ti piacerebbe vero, fiorellino?-, e, ridendo della sua odiosa risatina, estrasse una frusta di pelle nera, che fece schioccare sul terreno.
-In guardia, tesoro!- urlo' e, abbandonata la lancia a terra, si lancio' contro di lei con la sua nuova, micidiale arma. Dacno schivo' diversi colpi, ma due colpi presi alla sprovvista le fecero perdere i pugnali e uno la afferro' alla caviglia e Ramira, tirando a se' la frusta, la trascino' al suolo. Si avvento' su di lei e lottarono a terra.
Quando Ramira riusci' a sopraffarla, afferro' Dacno al collo e comincio' a stringere, ridendo.
-Sei pronta a morire, zuccherino?-.
Dacno cominciava a non respirare, quando si accorse che la sua spada era li accanto a lei, ad appena pochi passi. Cerco' di afferrarla con la mano; Ramira, accorgendosene, con un gesto rabbioso si sposto' verso di essa e, afferratala, la scaglio' lontano. Gesto estremamente stupido, perche' grazie a questa distrazione, Dacno riusci' a liberarsi della presa al collo e, rotolata sopra di lei, comincio' a prenderla a pugni, non avendo alcuna arma di cui servirsi. Poi afferro' la frusta che Ramira teneva in mano e gliela strinse attorno al collo con un nodo. Si rialzo' in piedi, evitando che lei facesse altrettanto bloccandola con un piede ben poggiato sul mento. Con un' estremita' della frusta tra le mani, l'altra stretta attorno al collo di Ramira, Dacno disse:
-E tu, sei pronta a morire?-. E tiro' piu' che pote', fino a spezzarle l'osso del collo. Ramira resto' inerme, con gli occhi fissi in un espressione di sbalordimento, quasi fuori dalle orbite, accasciata al terreno.
Dacno aveva ottenuto la sua vendetta.
E ora? Era in cerca di altre vendette ora?
Probabile.
Ando' rapida a recuperare la spada e i pugnali. Lancio' un ultimo sguardo al cadavere di Ramira e poi si volto', quell'immagine indelebile nella mente, per affrontare un altro combattimento, l'ennesimo della sua vita.
CITAZIONE
Danni fisici:
contusioni al volto
colluttazione leggera alla schiena
contusioni leggere al corpo
Danni magici:///
Morale: Media
Equipaggiamento: Spada d'argento; 2 pugnali d'argento
Edited by benoit4ever - 5/9/2006, 16:02