La Battaglia Dei Maledetti, 1a quest

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view post Posted on 21/8/2006, 14:27
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Antefatto

CITAZIONE
Fin dall'alba dei tempi vampiri e licantropi hanno sparso sangue umano innocente e per secoli gli uomini hanno bramato la loro rovina fino a giungere, quando l'arte magica glielo permise, a lanciare sulle due razze una crudele maledizione, una maledizione d'odio!
La maledizione portò le due razze ad odiarsi a tal punto che l'una cominciò ad operarsi per l'estinzione dell'altra.
In breve tempo la razza dei nobili vampiri e dei forti licantropi venne decimata mentre quella degli umani, ormai sempre meno vittima delle due razze maledette, prosperava godendo dei frutti del suo oparato.

- La battaglia dei maledetti -

La guerra tra le razze infuriava sempre più mentre volgeva al termine, la battaglie decisiva sarebbe stata combattuta nella radura di Chizirast, nel paese di Zanstarhk.
A tale battaglia avrebbero preso parte i più grandi guerrieri da entrambe le parti, tra di essi vi erano due guerrieri introdotti alle battaglie con l'inganno, esseri il cui odio verso la loro stessa razza li avrebbe più volentieri condotti alla parte avversaria



SPOILER (click to view)
Adesso tocca a voi!
Descrivete con che inganno vi conducono al campo di battaglia e come finite con il ritrovarvi faccia a faccia, se volete prima dello scontro decisivo potrete descrivere come uccidete altri nemici.
Se decidete di fare qualche combattimento contro uno o più nemici prima di scontrarvi tra voi dovrete seguire le regole riportate in Quseto Topic per poi descrivere come vi incontrate e combattete tra voi!
Mi raccomando!!!


Edited by Jin Shinigami - 21/8/2006, 18:29
 
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benoit4ever
view post Posted on 21/8/2006, 16:39




Dacno sedeva sopra un masso in un angolo della caverna, tra un gruppo di mangiauomini che si preparavano alla battaglia. Pensava. Avrebbe combattuto quella battaglia, si disse, e poi sarebbe stata a vedere che cosa sarebbe successo. Non credeva a tutte le menzogne che le avevano rifilato quei bastardi sulla fratellanza del popolo dei licantropi; era piu' che sicura che quei cagnolini troppo cresciuti la volessero solo usare per sbarazzarsi dei vampiri, il suo fiuto non mentiva. E probabilmente, alla fine, si sarebbero sbarazzati anche di lei. Ma di questo non si preoccupava; si sarebbero accorti di avere una lama d' argento piantata nello stomaco prima di mettere in atto il loro piano. Ricordava la sera in cui erano venuti a farle una visitina. Aveva appena ammazzato il quarto di loro, quando un mangiauomini dagli occhi acquosi seminascosto dietro una parete della caverna le aveva detto che erano giunti li per negoziare.
-Negoziare- aveva balbettato. -Negoziare, si, negoziare!-
-Negozia con questa- aveva detto Dacno puntando la spada contro di lui, e stava per infliggere il colpo di grazia a quell'essere pietoso quando lui aveva detto in fretta: - I vampiri hanno attaccato il villaggio degli umani!-. Dacno allora si era fermata, gli aveva puntato la spada sulla gola e gli aveva ordinato di parlare. I vampiri avevano decimato la popolazione del piccolo villaggio di umani di Zanstarhk, aveva detto. -Donne e bambini, donne e bambini soprattutto! Sono peggio di noi, molto peggio! I nostri nemici secolari, secolari! Aiutaci a liberarci di loro!-.
-E perche' dovrei farlo, spiegami- gli aveva chiesto Dacno, spingendo ancora di piu' la lama nella carne del mangiauomini. La pelle a contatto con l'argento cominciava a ustionarsi. Con non poca fatica, quello continuo':-Se ci aiuti. potremo salvare molte vite umane, questo lo sai-. Dacno gigno'. -Oh, ma che nobili intenti... qual'e' il evro motivo?-.
Lui strizzo' gli occhi, la pelle della gola aveva cominciato a sciogliersi. - Distruggere i nostri nemici. Se ci aiuti, noi avremo la morte dei nostri avversari e tu... tu avrai la salvezza dei tuoi cari umani-.
Dacno era incerta. Che cosa avrebbe fatto Mister davanti a una tale proposta? Schierarsi dalla parte dei mangiauomini per uccidere i succhiasangue...c'era solo l'imbarazzo della scelta.
Dacno aveva accettato. In fondo, era per un buon intento. Ma non lo faceva solo per salvare vite umane. Colpire i mangiauomini dall'interno: un' occasione allettante.
Ora era seduta nella loro caverna, nel cuore del loro mondo, ad affilare la lama della sua spada, aspettando il momento buono per colpirli.
-C'e' un vampiro, sorella- le aveva detto il capo dei mangiauomini (quanto odiava che la chiamasse in quel modo, la faceva sentire...infettata). -Uccidilo- aveva detto. -Uccidilo e la vittoria sara' nostra.
L'avrebbe fatto. Avrebbe eseguito l'ordine. Un succhiasangue in piu', uno in meno...che importanza aveva? L'importante era salvare gli umani, i loro bambini...Loro non c'entravano nulla in quella storia, non meritavano nulla. Li avrebbe salvati.
E poi sarebbe stata a vedere.
 
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algo
view post Posted on 21/8/2006, 19:28




Algo aveva fatto una pausa nel suo vagabondare per Zanstarhk dato che ormai erano giorni che camminava ed era stanco. Era un paesaggio davvero insolito: lo poteva ammirare dal picco su cui era fermo. Le fredde e aspre montagne dell'isola a cui tanto era abituato erano come i contemplazione della grande vallata che fra esse si estendeva. Una grande pianura: non se né vedevano tante, anzi questa era l'unica che il vampiro aveva incontrato. Algo non era il tipo da soffermarsi a godere delle bellezze naturali, ma uno spettacolo del genere lo faceva riposare, frenava la sua pazzia. Quale pazzia? Algo ora non voleva pensarci. Quella recondita ed incantevole pianura aveva qualcosa di strano: cos'era? Niente.
Esatto nella valle non c'era nulla. Zanstarhk non era di certo isola di feste e di frenesia, ma c'era sempre da qulache parte uno schifoso succhiassangue, un pidocchioso mannaro e, perché no, anche qualche umano di tanto in tanto (ovviamente oltre alle altre creature dimenticate da Dio e dal Mondo).
Qualcosa non andava. Come un presagio, una senzazione, qualcosa di vago che si muoveva nella mente di Algo: li si sarebbe sparso molto sangue.
"Si sangue... Delizioso."
Algo si alzò di scatto: chi diavolo aveva parlato? Ecco la pazzia di Algo.
Da giorni ormai (forse mesi) sentiva voci che non conosceva, voci insidiose, a volte che lo comandavano. Aveva pensato che fosse, inconsciamente, lui stesso a parlare ma una volta per la disperazione, in una notte di incubi e angoscie, si era cucito le labbra: non è una metafora, con ago e filo se l'era proprio cucite. E tra le mute grida di dolore aveva constatato che le voci erano nella sua mente; poi per gridare s'era strappato via il filo: ora le ferite s'erano rimarginate grazie alla sua razza. Già la sua dannata razza.
Intanto il vampiro si era rimesso a sedere, tanto aveva capito che anche quella dannata pianura non faceva un bel niente.
Ricordava che a volte parlava anche con la sua voce misteriosa: da dove veniva (oh certo se Algo poi stava davvero impazzendo la risposta era scontata)? Oh beh poi c'era anche quell'altra cosa, da un pò di tempo (guarda caso lo stesso da quando aveva cominciato a sentire la voce), senza accorgersi, gli capitava spesso di...
"Maledizione", imprecò Algo. Già, ci si era peso ancora. Beh, si gli capitava spesso di accarezzare la spada: lui crudele e orgoglioso coccolava l'unico e più odiato oggetto che portava con se, la spada di ressurrezione, che suo padre gli aveva donato e che a quest'ultimo aveva donato l'indegna morte di cui era meritevole.
"Cosa è stato?". Stavolta non era una voce. Un uomo e una donna erano giunti alle sue spalle talmente furtivi che Algo quasi non se ne accorse: vampiri.
"Tu sei Algo, vero? Tu che sei nostro congiunto vuoi donarci i tuoi servigi?"
Alle parole dell'uomo Algo si alzò e si pose davanti alla coppia: la donna sussultò e arretrò lievemente, probabilmente di fronte agli occhi da pazzo squilibrato del vampiro decaduto. Poco male pensò lui vedendola.
"Che servigi?", chiese Algo che aveva già impugnato la spada.
L'uomo, vedendolo, abbandonò la sua spocchia e si affrettò a dire:
"I Li-Licantropi stanno organizzando le forze per prendere il dominio una volta per tutte sull'isola. F-Fra di loro c'è n'è una, una femmina, ha l'ordine di u-uccidere i fiù forti fra di noi. L-La Ba-battaglia avverrà nella pianura di Chizirast che proprio sotto di noi".
L'uomo balbettando aveva esposto i fatti ad Algo. Ciò che volevano da lui era semplice: prendere parte alla battaglia e uccidere la femmina licantropo. Perché uccidere qualcuno che sterminando i vampiri gli avrebbe fatto un favore? Ora avrebbe ucciso quei due vermi e se ne sarebbe andato via, come aveva sempre fatto.
"Partecipa...Uccidi!". Eccola che ricominacava.
"Sta zitta maledizione!" proruppe Algo ad alta voce.
"Sangue...Sangue!"
"La vuoi piantare!"
"Morso per apprendere...Mordi per diventare!"
"STA ZITTA!"
"UCCIDI...MORSO...MORDI...SANGUE!"
"Si, va bene vado..cioè vengo!" disse il vampiro decaduto rivolgendosi alla coppia di vampiri.
Quest'ultimi, vendendolo imprecare e parlare da solo, tremavano come foglie e non riuscivano a proferir parola. Lo condussero comunque all'accampamento (quando riuscirono a muoversi), ma non passava un minuto che si giravano a guardarlo come chi si volta in risposta ad un'imminente minaccia.
Al campo base dei vampiri, gli ufficiali di più alto grado gli rispiegarono l'obbiettivo.
Nella fredda e tetra notte Algo se ne stava immobile ad accarezzare la spada, ascoltando la sua dannata voce che rideva a crepapelle: gli aveva ubbidito di nuovo.
L'indomani avrebbe preso parte alla battaglia.




Edited by algo - 22/8/2006, 22:33
 
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benoit4ever
view post Posted on 21/8/2006, 22:54




Era un pomeriggio nuvoloso, senza l'ombra di un raggio di sole. "Ottimo per i succhiasangue", penso' Dacno.
L'esercito dei mangiauomini era schierato disordinatamente in un lato della piccola pianura, in attesa dell'arrivo dei vampiri. Parlavano tra di loro, ringhiavano, si promettevano l'un l'altro di strappare i genitali a quei gran bastardi dei vampiri. Dacno non poteva non chiedersi come si fosse ridotta ad arrivare a quel punto. Allearsi con loro, con i mangiauomini...una cosa inaudita. Ma ormai non avrebbe fatto piu' in tempo a svignarsela. Non poteva. Aveva giurato di aiutarli. Ma aiutare loro? Con loro nessun giuramento aveva valore. Come avrebbe potuto combattere per una causa che non sentiva essere anche suae con degli alleati che non sentiva essere i suoi? Forse faceva ancora in tempo a tirarsi indietro, a filarsela di nascosto...
Ma quando vide l'esercito dei vampiri avanzare in file ordinate verso la loro postazione, seppe che non c'era piu' tempo per tirarsi indietro.
 
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algo
view post Posted on 22/8/2006, 21:55




Algò la notte non aveva dormito. Non per l'agitazione della battaglia e tanto meno per i preparativi di essa: era colpa della voce,si la voce che aveva riso sempre. Un giovane vampiro andò a svegliarlo perché la marcia verso la piana di Chizirast era imminente. Quel disgraziato ebbe la sfortuna di guardarlo negli occhi, si gli occhi da pazzo di Algo, i suoi occhi avidi di sangue.
"Si-si-signore sta b-bene?"
"Perché a te come sembra che stia?" disse il vampiro decaduto con un sottile terribile sospiro di voce.
Il ragazzo s'era limitato ad annuire e poi era scappato dagli altri.
Verso mezzogiorno erano in marcia: Era un pomeriggio nuvoloso (non che il sole a Zanstarhk si faceva spesso vedere); ideale per la battaglia. Arrivati alla pinura i generali diedero l'ordine di mettersi in formazione; Algo venne messo con un gruppo di quelli che che sembravano essere soldati scelti.
In lontananza si scorgevano i licantropi disordinati ma potenti, desiderosi di dilaniare carni vampire.
Algo non scorgeva la sua avversaria, non ancora: chissà poi perché doveva avere interesse per ammazzarla:
"Mah, uno più o uno meno..." si disse il vampiro come per convincersi.
Tra le sue fila c'era chi derideva i licantropi, chi come durante il viaggio imprecava arrogante contro il sole assente... la vallata di Chizirast si sarebbe tersa di metà del loro sangue al termine della giornata.
"Si,Si... Dolce sangue...Ricorda devi..."
"Ammazzerò, chiunque mi si pari di fronte basta che la pianti..."
Parlò Algo alla voce tra gli altri soldati che lo prendevano per pazzo (tanto ormai...).
L'ora era giunta e Algo cominciò ad accarezzare la spada...
 
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benoit4ever
view post Posted on 23/8/2006, 11:12




Ecco. Erano li. Un esercito di mostri di fronte all'altro. Ignobili esseri dall'animo impuro e dal sangue infetto che si fronteggiavano in una battaglia priva di intenti, di nobili sentimenti...estinguere l'avversario. Massacrare il nemico. Oh si, un intento veramente molto nobile, molto. Si combattevano l'un l'altro solo per carne e sangue. Si combattevano per mangiare. I mangiauomini vicino a lei ringhiavano, sbavavano come animali, perche' ormai era quello che erano, bestie, solo bestie senza intelletto. Digrignavano gli enormi canini, proferivano versi inconsulsi, estraevano le unghie. Non avevano piu' nulla di umano, ormai. Erano pronti a gettarsi nella mischia per il solo desiderio di dilaniare con le unghie e con i denti chiunque si fosse posto tra loro e altri succhiasangue. Erano pronti a essere assassini o carne da macello, a seconda del loro destino. Dacno provava un acuto senso di dolore e di disgusto nel trovarsi dalla parte dei mangiauomini, li, vicino a loro, come loro alleata. Si stava ancora chiedendo se stesse facendo la cosa giusta. Ma oramai non aveva scelta, non piu'. Ma aveva una voglia matta di ficcarsi due dita nella gola e vomitare. Di scappare, di tagliare la testa a qualcuno di quei figli di morte. E invece se ne stava li, imbecille che non era altro, battendosi la lama della spada sulla spalla. Era un tic nervoso, ormai non ci faceva neanche piu' caso. Osservava il nemico (ma chi era veramente il vero nemico?). I succhiasangue se ne stavano tutti ben allineati, con le loro belle armature tutte uguali, le armi in pungno, in attesa, come se fossero stati veramente un normale esercito di uomini. Ma sotto le loro fattezze umane, Dacno lo sapeva, spuntavano piccoli canini assassini. Il succhiasangue che avrebbe dovuto uccidere non c'era, o per lo meno non riusciva a scorgerlo. Era un po' che si chiedeva perche' mai avesse dovuto ucciderlo, cosa diavolo le importava di lui, sarebbe stato uno dei tanti vampiri che avrebbe scannato come maiali durante la battaglia. Ma, da come glielo avevano descritto, doveva essere tutt'altro che facile da sconfiggere. Un osso duro, eh? aveva pensato Dacno. Molto bene, la cosa mi stuzzica. Sarebbe stata a vedere. Si sarebbe lasciata trascinare dagli eventi, come al solito. Poteva anche darsi che quello fosse stato il suo ultimo combattimento. Sarebbe stata a vedere.
Poi un mangiauomini le si avvicino'. Era un uomo robusto, sembrava piu' feroce degli altri. Il capitano. Le si mise accanto e le parlo'. -Il nostro uomo e' un vampiro potente, sorella (Dacno irrigidi' i muscoli della bocca)... Stai attenta a come lo tratti, non lo sottovalutare, sarebbe un errore. Ha una spada particolare, diversa da quella del resto dei vampiri, te ne accorgerai appena lo vedrai. E ha degli occhi terribili. Li riconoscerai, te lo garantisco-. Fece una pausa. -Ammazzalo-. Detto questo ritorno' dai suoi uomini. E Dacno in quel momento si ripromise che il primo che avrebbe ucciso dopo la battaglia, se fosse soppravvissuto, sarebbe stato lui.
Dacno senti' un corno suonare; era quello acuto dei vampiri. Con un brivido di orrore, Dacno senti' che quel suono aveva un'inquietante somiglianza con il grido di una donna. I succhiasangue si misero in formazione. Senza lasciare loro il tempo di partire alla carica, i mangiauomini lanciarono un ruggito feroce che invase tutta la radura. Era l'urlo raccapricciante del lupo che muore dal desiderio di sbranare la sua preda. Nel boato assordante, Dacno provo' orrore nell'avvertire che avrebbe avuto voglia anche lei di unirsi al coro dei lupi. Ma non lo fece; rimase immobile a battersi la spada sulla spalla. Si passo' la lingua sulle labbra. Era parecchio che non mangiava, e ora aveva fame. Mangiare un succhiasangue era molto meglio che mangiare un umano, perche' un succhiasangue non era una vittima innocente. Tanto meglio cosi'. Dacno cerco' di non pensare al fatto che in fondo anche lei, quel giorno, combatteva come gli altri per mangiare.
I licantropi si gettarono in corsa verso il nemico. Dacno li segui'. Vide i nemici correre verso di loro. La radura si riempi' della polvere dei loro passi. Urla disumane squarciavano l'aria e la rendevano piu' densa. Ogni passo era piu' pesante, ogni grido rimbombava. La spada che Dacno reggeva sembrava aderire completamente al palmo della sua mano. Dacno non ebbe tempo di pensare, Dacno non ebbe tempo di vedere di aver tirato fuori i denti e gli artigli, di sentire la saliva piu' densa in bocca, e di accorgersi che anche lei, in quel momento, stava urlando. Ben presto le forme di ciascun vampiro divennero piu' reali, piu' distinte. Dacno poteva scorgere i loro denti digrignati, le espressioni demoniache dei loro volti. E per un attimo, le parve di scorgere una strana spada. E due occhi. Due occhi orribili. Per un unico, terrificante attimo, Dacno ebbe la sensazione di essere precipitata all'inferno. Ma duro' solo un unico, fuggente attimo. Gli eserciti erano sempre piu' vicini, sempre piu' vicini, ansiosi di sentire il cozzare delle loro armature e le urla di terrore dei loro avversari. L'atmosfera era incredibilmente surreale, apocalittica, sembrava che fossero stati rinchiusi tutti insieme in un' enorme bolla di fuoco. Il cielo era piu' scuro, l'aria immobile. Tutto sembrava muoversi con opprimente, terribile lentezza, tutto era lontano, tutto morto. Stavano combattendo in un incubo.
Poi, in un istante, tutto divenne improvvisamente piu' reale, piu' tangibile, quando il primo licantropo uccise il primo vampiro. Dacno si risveglio' dal suo frenetico incubo, e cosi' parvero fare anche tutti gli altri, vampiri o licantropi che fossero. Ora non restava altro che combattere. Ora non restava altro che sangue e polvere. Sangue e polvere. Solo sangue e polvere.
 
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algo
view post Posted on 23/8/2006, 21:47




L'ora era giunta e Algo cominciò ad accarezzare la spada. I vampiri entrarono i un uno stato frenetico: non vedevano l'ora di succhiare l'energia vitale ai licantropi. Anche Algo provava una una senzazione simile:
"No l'energia...Il sangue!" gli suggerì come al solito la voce.
"Idiota i vampiri non succhiano il sangue..." gli rispose il vampiro decaduto.
I vampiri non succhiavano sangue né sull'isola né altrove. C'erano solo leggende al riguardo... niente di più. Eppure Algo ricordava qualcosa, un fatto che non aveva mai dimenticato e che, a suo tempo, lo aveva riempito di terrore:

"Era una giornata afosa nella sua vecchia casa, e Algo si stava allenando con la strana spada che gli aveva appena dato suo padre. Lui gli disse dopo avergliela data che doveva andare a fare una cosa. Dopo circa due ore ritornò ma in compagnia: con lui vi era una bella donna, giovane attraente e in salute. Gli rivolse un saluto che Algo (guardando il padre non contraccambiò). Che il suo genitore avesse deciso di risposarsi? No impossibile il padre detestava gli umani. Beh ad Algo non importava della cosa e sopratutto di avere una madre, poiché già nel pomeriggio sembrava che il suo cuore stesse diventando più gelido. Dopo un'ora finì l'allenamento giornaliero e tornò dentro casa; chiamò il padre ma non lo sentiva. Quandò arrivò in sala da pranzo finalmente lo vide: Stava per chiamarlo ma qualcosa, qualcosa di orribile lo frenò dal farlo. Suo padre stava mordendo il collo della ragazza: fiotti di sangue uscivano dalla boccca del padre che non sembrava nemmeno accorgersi di suo figlio, sembrava inacantato, ipnotizzato dal sangue che stava bevendo, Algo era filato in camera a dormire...

"Si,si...Ricordi..."
"Non ho nulla da ricordare! Sta zitta!"
Ora il gran comandante dei vampiri teneva il suo discorso:
"Fratelli oggi verrà deciso il futuro di Zanstarhk! E il futuro dice che noi domineremo l'isola, che saremo gli unici immortali!"
L'intero esercito esultò.
"Oggi macchieremo la piana con il sangue di quelle creature immonde! Andiamo e nutriamoci della loro energia! MORTE AI MANNARI!"
Stavolta ci furono delle vere e proprie urla demoniache in risposta: e la carica inziò.
Probabilmente i vampiri sarebbero stati svantaggiati dato che le prime file avversarie erano composte da giganteschi mannari che avevano mutato: le loro fauci e i loro artigli avrebbro travolto e sbranato chiunque si trovasse dul loro cammino. Ma presto la strategia dei vampiri avrebbe avuto la meglio.
Durante la carica Algo non sentì la voce: probabilmente era contenta così e se né stava zitta, per ora.
Poi Algo la vide: si colei che i mannari volevano mandargli contro. Si era una femmina licantropo l'unica in tutto l'esercito: i tremndi occhi del vampiro decaduto indugiarono per brevi e terribili istabti su di lei per poi riprendere la carica. Poi Algo pensò una cosa: probabilmente aveva commesso il più grave errore della sua vita.
"Perché, Perché me l'hanno mandata contro? Che fastidio davo ai licantropi? Loro non sanno neanche che io esisto! COSA DIAVOLO STA SUCCEDENDO!?".
Aveva finalmente compreso che qualcosa non quadrava.
E proprio mentre i due esrciti stavano per scontrarsi dando vita al più inconcepibile dei massacri, lei che sapeva, lei che vedeva tutto, la sua dannata voce cominciò a ridere a crepapelle.


 
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benoit4ever
view post Posted on 30/8/2006, 17:22




Ed ora la battaglia cominciava.

Corpi senza nome cominciarono a cozzare l'uno contro l'altro, azzannardosi e ferendosi, feroci e sanguinari, consapevoli e terribili fautori di morte. La confusione era terribile e mai ognuno di quelli che sarebbero sopravvissuti avrebbe potuto ricordare anche solo uno dei volti che vedeva morire.
Dacno prese parte alla mischia e non fatico' a trovare il suo primo avversario, che le si getto' praticamente addosso. Dacno riusci' a schivarlo all'ultimo momento, gettandosi a terra di lato e rialzandosi subito dopo in piedi, cercando con gli occhi il suo nemico, che non tardo' a trovare. Era abbastanza massiccio di corporatura, non avrebbe avuto difficolta' particolari a batterlo in velocita'. Quel brutto bestione pallido come l'aria si rialzo' poco dopo di lei, anche troppo velocemente per i suoi gusti, si volto' verso la sua direzione, sputo' per terra e ringhio' gonfiando tutta la rabbia che aveva in corpo. Poi impugno' saldamente la lancia di cui era armato e si preparo' alla rincorsa.
-Ciao anche a te, tesoro- sogghigno' Dacno, e si mise in posizione di difesa nell'attimo esatto in cui quel mostro cominciava a correre verso di lei. In una frazione di secondo, Dacno seppe cosa fare. Quando l'avversario le fu a portata, Dacno si getto' verso destra e, sostenendo con un braccio il peso del suo corpo, sferro' un calcio della gamba sinistra tesa mirando alla caviglia dell' avversario, che venne proiettato in avanti. Dacno non perse tempo e corse verso di lui puntanto la spada a trafiggergli il costato. A contatto con l'argento, il suo corpo si sarebbe dissolto nel giro di quanche secondo. Ma chissa' come, il suo nemico scivolo' via, ruotando su se stesso, e a Dacno non resto' che incidere il terreno. Con un movimento fin troppo rapido per lui, si rialzo' e sferro' un pugno al mento di Dacno che, non avendo previsto la fulmineita' di quel movimento, lo prese in pieno. Dacno barcollo' in avanti tenendosi la bocca che sanguinava leggermente; per fortuna il colpo non era stato cosi' pesante perche' evidentemente non ben mirato. Si rialzo' subito, evitando il fendente che il nemico stava per infliggerle. Si porto' a un metro di distanza per prendere tempo.
-Ah, gran figlio d'un cane!- proferi', ribollente di rabbia per il colpo subito alla sprovvista. Per tutta risposta, l'avversario le corse incontro, tenendo la spada dritta davanti a se'.
La spada era piuttosto bassa e Dacno la salto' all'ultimo momento proiettandosi in avanti verso il suo avversario. Dacno gli conficco' la spada in pieno viso, trascinandolo a terra con se'. Si rialzo' e schiaccio' il cranio dell'avversario, che sotto il peso del suo piede divenne cenere, ed estrasse con rabbia la spada.
Si asciugo' col dorso della mano il sangue che le colava dalla bocca e ringhio' tra i denti:
-E fuori uno-.
Estraendo i canini, si volto' in cerca di un nuovo avversario.

CITAZIONE
Danni fisici: contusione al volto
Danni magici: ///

Morale: Media

Equipaggiamento: Spada d'argento; 2 pugnali d'argento



Edited by benoit4ever - 30/8/2006, 21:36
 
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algo
view post Posted on 30/8/2006, 19:14




L'impatto fra i due eserciti fu tremando. E ivampiri parvero avere la peggio. I licantropi trasformati, con la loro devastante carica dilaniarono corpi di centinaia di vampiri, mandati al macelo dai loro generali perché più deboli. Le loro interiora volarono ovunque, strappate dai mannari come burro.

Algo, come non lo sapeva neanche lui, dopo la carica era sfinito: non aveva ancora ucciso nessuno ed era già sfinito. Poi un intestino di uno di quei sventurati vampiri gli finì in faccia: Algo andò in euforia forse per il sapore del sangue o solo per l'ebrezza di uccidere. Strappò l'intestino a metà con un morso e urlò:

"SANGUEEEEEE!"


Quell'urlo era inumano ed ad Algo, nello stato euforico in cui era, sembrò quasi che il suo urlo e quello della sua dannatissima voce si fossero uniti per un unico istante, per urlare la ciò che di più bramavano.

Il vampiro decaduto così, con la bocca grondante di bava e ecchi da demonio, corse incontro a quella che sarebbe stata la sua prima vittima: i licantopi mutati avevano si avuto la meglio sulla carica, ma erano pur sempre animali. Così quelle stolte creature si erano fermate per divorare le loro prede: incoscenti di sapere che gli occhi folli di Algo li vedevano già morti.
Un grosso mannaro strappava a morsi un braccio della sua preda quando Algo balzò su di lui.
Il folle vampiro riuscì solo a ferirgli un braccio. Il lupo ruggì ferocemente per la rabbia e il dolore e cercò di balzare su Algo per sbranarlo e dilaniarlo. La reazione di quest'ultimo non si fece attendere: alzò violentemente la spada sfregiando il ventre del licantropo che però gli fu comunque addosso e riuscì a graffiarlo, seppur lievemente al volto. Se Algo era stato frenetico fino al quel momento, la vista e l'odore del suo sangue lo fece impazzire veramente. Così con un repentino scatto infilò la mano in bocca al licantropo estraendone le tonsille: il mannaro ora era per terra contorcendosi per il dolore e producendo sordi ruggiti.

Il padre di Algo non era mai stato dolce, solo alla sera per dargli la buonanotte gli cantava una specie di ritornello:

"Dormi dormi bel bambino è lora di fare un pisolino"


Era per questo motivo che Algo si era trattenuto non uccidendo il genitore per anni.
Ogni sera Algo scopriva di voler bene al padre...


Rapidamente il vampiro decaduto balzò sul torace del mannaro a terra e con un perverso e disgustoso sorriso disse:

"Dormi dormi bel bambino è l'ora di fare un pisoino!"


E piantò la spada di resurrezione nel collo del licantrop squartandolo fino al linguine.
Con le calde budella della sua vittima sul viso era ora pronto a mietere altre vittime.

CITAZIONE
Danni fisici: lievi graffi al volto
Danni magici: \\\

Morale: alta (euforia)

Equipaggiamento: Sword of Resurrection



Edited by algo - 31/8/2006, 23:35
 
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benoit4ever
view post Posted on 31/8/2006, 21:37




Dacno si butto' letteralmente nella mischia.
Non sapeva chi colpisse la sua lama, e probabilmente preferiva non saperlo.
Poi cozzo' contro di lei l'armatura di un vampiro di media corporatura. Non riusci' ad intravederne il viso, coperto da un robusto elmo di bronzo. Dacno ne schivo' il fendente diretto alla spalla e poi lo colpi' in volto con l'elsa della spada. Quello indietreggio' tenendosi il viso fra le mani, ma riusci' a reagire abbastanza in tempo da evitare il fendente di Dacno che stava per ricevere in pieno petto. Dacno non riusci' ad evitare il ginocchio piegato del nemico, che le arrivo' allo stomaco, e la fece cadere a terra di schiena a poca distanza. Il vampiro non tardo' ad arrivare, puntando la spada con due mani in direzione del suo torace; Dacno evito' il colpo mortale rotolando su se stessa e, recuparata la spada lanciata poco piu' in la' dopo la caduta, con il braccio teso e la spada contigua ad esso, colpi' la caviglia dell'avversario tranciandogliela di netto. Quello perse l'equilibrio e cadde, contorcendosi dal dolore. Riusci pero' a evitare i fendenti di Dacno, rialzandosi in piedi seppur in equilibrio assai precario.
Dacno si preparo' a corrergli contro per il colpo di grazia, quando un mangiauomini attacco' il vampiro da sinistra, afferrandolo con le braccia possenti e cercando di stritolarlo. Dacno stette per qualche istante a guardare l'orribile immagine del vampiro che urlava come un dannato, poi pero' capi': quella era un' occasione che non poteva perdere. Ghigno' soddisfatta.
"Due mostri in una sola mossa? Mi piace".
Corse verso di loro e, tenendo la spada con le due mani, trafisse entrambi allo stomaco. Entrambi caddero sgretolandosi piano piano. Entrambi nel sangue. Entrambi nella polvere.

CITAZIONE
Danni fisici: contusione al volto
colluttazione leggera alla schiena
Danni magici: ///
Morale: Media
Equipaggiamento: Spada d'argento; 2 pugnali d'argento



Edited by benoit4ever - 5/9/2006, 16:06
 
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algo
view post Posted on 31/8/2006, 22:31




Algo era eccitatissimo dopo aver squartato il licantropo. Si passò la viscida lingua sulle calde budella appena uscite dal torace della sua prima viitima di quella truce battaglia.

"Uhm... Deliziose"


disse Algo assieme alla voce che ormai erano divenate una cosa sola.
Il vampiro decaduto si era spinto più avanti, dove la fanterie avversarie si combattevano spargendo sangue maledetto selle piane di Chizirats. L'odore della preziosa linfa vitale, esaltò ancor di più algo:

"Uhaaaaaaaaaaaaaaah!"


Con un grido folle e terribile, il vampiro patricida s'avvebtò contro un licantropo che non era trasformato, ma era ugualmente possente e, dall'armatura, pareva proprio avere una posizione elevata all'interno dell'esercito nemico. Aveva già trucidato parecchi vampiri.

"Bene ora subirai il destino dei tuoi congiunti, feccia vampiro!"


proruppe il mannaro che con una carica non troppo sbilanciata si gettò contro Algo.
Per arma aveva una mazza ferrata che cominciò a far roteare intorno a esso impedendo al vampiro di avvicinarsi: tutto ciò fece passare il vampiro fraticida, dal suo stato frenetico, ad una rabbia senza eguali.

"Maledetto cane bastardo! Attaccami direttamente figlio d'una cagna rabbiosa!"


A questi insulti il mannaro si innervosì parecchio, compiendo un passo falso: cercò di colpire Algo facendo cadere la mazza verticalmente, ma il vampiro la schivò facendola piantare a terra. Prima che il licantropo riuscisse ad alzarla Algo con la sua spada gli aveva già trancaito un braccio.
L'avversario mutilato gridò dal dolore, che prestò trasformò in rabbia: comiciò a mutare trasformando le sue urla in un potente ruggito.
Algo però non stette ad aspettare: conficcò la spada all'interno del braccio mozzato, tapassando il licantropo finché la lama non uscì dalla spalla opposta di quest'ultimo. L'ufficiale nemico non ebbe il tempo di completare la sua mutazione poiché il folle vampiro proiettò la spada violentemente in alto così che il corpo del malcapitato mannaro venne squarciato a metà e il suo cervello schizzato ovunque.
Ne aveva trapassato un altro.
E con una macabra risata demoniaca proruppe:

"Si, si fai anche tu un pisolino bel bambino! Dormi dormi!"



CITAZIONE
Danni fisici: lievi graffi al volto
Danni magici: \\\

Morale: alta (euforia)

Equipaggiamento: Sword of Resurrection



Edited by algo - 1/9/2006, 12:15
 
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benoit4ever
view post Posted on 1/9/2006, 00:26




Dacno continuava a combattere.
Avrebbe forse potuto fare altrimenti?
La battaglia infuriava attorno a lei e Dacno cominciava a sentire quello scoraggiamento che sempre la colpiva in battaglia.
Per cosa volteggia la tua spada...?
La domanda del Mister non aveva piu' alcuna risposta da molto tempo ormai.
Ma ora non c'era tempo.
Dacno si volto'. E quello che vide non le piacque per niente. Un grosso, gigantesco bestione era in piedi davanti a lei, e la fissava. Aveva un armatura di cuoio piuttosto pesante a vedersi e stringeva in pugno un emorme ascia nera.
Non avrebbe avuto tempo, non avrebbe avuto modo di fuggire. Voleva lei. Non le restava che affrontarlo. Ma, accidenti, non sarebbe stato facile.
Dacno impugno' saldamente la spada e si mise in posizione di difesa, in attesa che il gigante succhiasangue si facesse avanti.
-Coraggio, gran campione, sono qui tutta per te- disse.
Il suo enorme nemico urlo' di un urlo feroce, una voce spaventosamente profonda e gutturale.
Non sarebbe stato facile. Oh, no, non sarebbe stato facile per niente.
Il vampiro attacco'. Dacno schivo' il primo fendente del nemico, che le passo' sibilando appena sopra l'orecchio. Schivo' il secondo inarcando la schiena, il terzo chinandosi e il quarto saltandolo. E poi un quinto e un sesto, e un settimo. Se non altro Dacno era piu' veloce di lui. Ma doveva trovare il modo di attaccare, non poteva schivare i suoi colpi in eterno.
Ad un ennesimo colpo di ascia schivato, si proietto' in avanti verso il nemico puntando la spada contro di lui. Il gigantesco avversario pero' la blocco' afferrandola in volo per il braccio.
-Oh, merd...-.
Dacno resto' sospesa in aria per qualche secondo, poi il gigante le strinse talmente forte il polso da costringerla a far cadere la spada, che piombo' a terra con un tonfo sordo. Il mostro si preparo' poi a tagliare letteralmente a meta' Dacno, che pero' all'ultimo sollevo' le gambe e dopo una leggera flessione per dare la spinta al colpo, sferro' un calcio a piedi uniti sul volto dell'avversario. Il calcio ebbe il suo buon effetto e il vampiro, con un occhio tumefatto, comincio' a contorcere il volto e cercare di recuperare la vista; poi, vedendo di avere tutte e due le mani occupate, si libero' di Dacno scagliandola diversi metri piu' in la'. Cadde pesantemente a terra.
-Miseriaccia...-.
Poi ricordo'. Si guardo' indietro e la vide che giaceva ancora a terra, ai piedi del nemico.
-La spada la spada la spada- disse semigattonando verso la sua arma cercando di non farsi scorgere dal nemico. Ma, sfortunatamente per lei, quello aveva ancora un occhio vedente, e appena si accorse di lei, pose un piede pesante come una roccia sulla lama della spada. Quindi, senza che Dacno potesse fare niente, la afferro' per il collo e la sollevo' in alto, troppo in alto...L'aria le mancava, aveva bisogno di respirare... Vide lo stupido ghigno da troll soddisfatto che giaceva nel volto del suo nemico...
E senti' che le braccia erano ancora libere.
Allora mise mano ai pugnali che aveva stretti in vita, li estrasse dalle custodie di cuoio e li conficco' nel ventre del nemico.
Per un attimo temette che il colpo non avrebbe sortito alcun effetto sul suo colossale nemico.
"Ma anche il piu' colossale dei vampiri ha qualche problemino con l'argento" penso' poi, vedendo che l'avversario cominciava ad urlare per il bruciore. Lascio' andare Dacno, che si trascino' i pugnali con se' e cadde a terra. Il vampiro cadde sulle ginocchia, urlando di dolore e tenendosi il ventre con le mani. Rialzatasi, Dacno gli si avvicino', fece roteare i pugnali e disse:
-Di' "ciao ciao", tesoro-.
E incrociando i pugnali, gli taglio' la testa.

CITAZIONE
Danni fisici:
contusione al volto
colluttazione leggera alla schiena
contusioni leggere al corpo

Danni magici:///
Morale: Piu' che media (sollevata)
Equipaggiamento: Spada d'argento; 2 pugnali d'argento



Edited by benoit4ever - 4/9/2006, 02:34
 
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algo
view post Posted on 1/9/2006, 11:14




L'alto ufficiale nemico non aveva dato problemi consistenti ad Algo. Ora sul folle volto si disegnò una sorta di smorfia, come se il vampiro non fosse stato contento del suo avversario.

"E' morto anche lui... nessuno vulo fare compagnia al piccino che fa un riposino?"


disse Algo in un momento di pazza depressione. Aveva voglia di combattere ancora, combattere e vedere sangue. Così si inoltrò più a fondo nella battaglia. Corpi veniveno sventrati, ossa spezate, carne divorata ed a Algo non impotava niente. Voleva ancora uccidere.

A cinque metri da lui circa due giovani licantropi avevano appena ucciso un vampiro. Erano gemelli e non avevano delle grandi doti combattive. Loro appena lo videro gli si buttarono contro con una intrepida quanto scordinata carica. Quando calarono le spade su di lui, ad Algo bastò mettere avanti a se la sua per parare il facile colpo.

"Fratello io lo blocco davanti tu attaccalo alle spalle!"


disse uno dei due gemelli, dopo di che sferrò un calcio al ginocchio di Algo per farlo cadere e distrarlo dalla manovra del suo gemello. Il vampiro decaduto ora con lo sguardo triste e vuoto, ma sempre folle, subì il colpo ma ciò non gli impedì di saltare a sua volta, con un agile piroetta, alle spalle del licantropo che gli stava davanti. Così sfuggì alla morsa dei gemelli che si trovavano, ora, uno di fronte all'altro.

Per un momento si guardarono. Erano cresciuti inseme, nelle grotte piiù recondite di Zanstarhk. Non si erano mai abbandonati, avevano sempre vissuto ls vits insieme. Una volta vinta la battaglia loro padre sarebbe stato fiero di loro... Si guardarono...

"Si fratello uccidiamo costui e poi onoriamo il nostro popolo combattendo ancora!"


disse il gemello che doveva andare alle spalle di Algo. Poi la sua felicità, iul suo coraggio si spense... in un pianto disperato. Capì perché suo fratello lo aveva guardato per quel breve lasso di tempo con occhi fissi spenti... Benché la testa fosse ancora integra, il giovane e fragile corpo dell'amato fratello era stato taglaiato a metà nella parte superiore del busto... La restante parte di suo fratello era per terra in un pozza di sangue... cadde per terra. Il gemello si gettò su di lui paingendo come un disperato, baciando e accarezzando ciò che gli era più caro al mondo e che ora non c'era più.

"Peché tu fratello!... Perché proprio tu!... Ora cosa mai potrò fare io da solo senza te!"


Poi alzò lo sguardo e vide colui che doveva essere un facile bersaglio, l'assassino di suo fratello. La sua spada era intrisa ora del sangue di ciò che aveva di più caro al mondo e sulla sua faccia vi era dipinto un orrido ghigno di morte. Un ghigno di morte. L'ultima cosa che avrebbe visto.

Algo appena saltato alle spalle del licantropo aveva taglaito via il braccio sinistro, con la relativa parte del torace dal corpo di quest'ultimo. Il gemello ora piangeva su di lui, baciandolo e accarezzandolo. E algo ritrovò la sua euforia. Un pianto sincero, disperato era di quel genere di cose di cui la sua anima corrotta aveva bisogno. Di nuovo il fole ghigno di morte ardeva spietato nel suo volto. Con la pada di resurrezione tagliò la testa dell'ultimo gemello: la parte superiore di essa venne tranciata via, al corpo rimaneva attacata solo la mascella e la lingua che rimaneva penzolante.

"Uaaaaaaaaaaaaah! Dormono anche loro! Dormono anche loro!"


Il vampiro decaduto era di nuovo pronto ad uccidere.

CITAZIONE
Danni fisici:
lievi graffi al volto
lieve contusione al ginocchio dx
Danni magici: \\\

Morale: alta (euforia)

Equipaggiamento: Sword of Resurrection

 
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benoit4ever
view post Posted on 4/9/2006, 01:33




Dacno rimise i pugnali nel fodero. Poi si volto' in direzione della posizione in cui credeva che fosse ancora posata a terra la sua spada. E la spada era li.
Ma poggiato sopra di lei, c'era il piede di una figura alta e snella, che impugnava una lunga lancia di metallo. Una figura che Dacno ricordava fin troppo bene.

-Amore mio!- disse con la sua voce appiccicosa, -Mi sei mancata!-.

-Ramira-.

Quella gran meretrice di una succhiasangue. Perche' non le aveva fatto assaggiare un po' del suo argento prima di allora? Ah, si, ora ricordava. Era sempre scappata.
Ricordava il giorno in cui quella maledetta aveva impiccato il suo miglior amico. Per questo le aveva sempre dato la caccia in cerca di vendetta, ma senza mai riuscire a prenderla. Ma ora non poteva piu' sfuggirle. Era li tutta per lei. Dacno si ripromise di ucciderla a tutti i costi.
Ramira sorrise col suo sorriso mieloso.
-Hai un gran brutto colorito, tesoro- disse con aria di finta preoccupazione. -Che hai mangiato ultimamente?-. Si diresse verso di lei lentamente, facendo ruotare la lancia. Se la ricordava bene, quell'andatura ancheggiante...
-Ultimamente non ho mangiato molto, gioia- disse Dacno in tono aspro. -Ma gia' che sei qui penso che mangero' te-. Ramira rise.
Dacno fece roteare i pungnali estraendoli dai foderi e si preparo' ad attaccare.
-Spero solo che tu non sia troppo viscida-, disse, andandole addosso.
A quanto ricordava, Ramira era un asso con la lancia. E stavolta purtroppo la sua memoria non sbagliava. Ogni attacco veniva da lei prontamente fermato, e i suoi movimenti le impedivano di recuperare la spada. Continuando a colpire in quel modo e con soli due pugnali, Dacno aveva ben poche possibilita' di sfondare la difesa della sua avversaria.
Poi fu Ramira ad attaccare. Dacno riusci' ad evitare qualche colpo, schivandoli in tempo; non riusci' pero' ad evitare l'improvviso fendente che le arrivo' alle gambe. Il colpo le fece perdere l'equilibrio e cadere all'indietro, ma Dacno riusci' a sostenersi sulle braccia, eseguire una verticale e ricadere poi in piedi. Evito' il fendente dell'avversaria inarcando la schiena all'indietro e poi un altro chinandosi. Da questa posizione china si getto' con tutto il suo corpo sulle gambe di Ramira facendola cadere all'indietro e precipitandole addosso; cerco' di colpirla con i suoi due pugnali, ma lei fermo' il colpo parandolo con la lancia. Dopo qualche istante, ognuna a cercare di vincere la spinta che entrambe esercitavano sull'altra, Ramira, vedendo il sopravvento di Dacno, le sferro' un calcio allo stomaco, che la fece piegare in due, pur non ritraendo i pugnali; poi colpi' con la lancia Dacno in volto, spingendola di lato, e poi, rialzatasi velocemente in piedi, cercando di trafiggerla. Dacno fermo' il colpo deviando il fendente dell'arma con un calcio, dopodiche' di rialzo' in piedi sospingendosi con la forza delle gambe.
Ripresero il combattimento ravvicinato con le armi. Dopo alcuni colpi a vuoto, Dacno con una finta riusci' a colpirla in volto. Ramira si allontano' di parecchi passi, tenedosi una mano sul volto.
-Non vorrai scappare ancora, vero, Ramira?- le urlo' Dacno preparandosi all'attacco.
Ramira la guardo' sprezzante, poi si ravvio' i capelli con un gesto aggraziato e disse: -Ti piacerebbe vero, fiorellino?-, e, ridendo della sua odiosa risatina, estrasse una frusta di pelle nera, che fece schioccare sul terreno.
-In guardia, tesoro!- urlo' e, abbandonata la lancia a terra, si lancio' contro di lei con la sua nuova, micidiale arma. Dacno schivo' diversi colpi, ma due colpi presi alla sprovvista le fecero perdere i pugnali e uno la afferro' alla caviglia e Ramira, tirando a se' la frusta, la trascino' al suolo. Si avvento' su di lei e lottarono a terra.
Quando Ramira riusci' a sopraffarla, afferro' Dacno al collo e comincio' a stringere, ridendo.
-Sei pronta a morire, zuccherino?-.
Dacno cominciava a non respirare, quando si accorse che la sua spada era li accanto a lei, ad appena pochi passi. Cerco' di afferrarla con la mano; Ramira, accorgendosene, con un gesto rabbioso si sposto' verso di essa e, afferratala, la scaglio' lontano. Gesto estremamente stupido, perche' grazie a questa distrazione, Dacno riusci' a liberarsi della presa al collo e, rotolata sopra di lei, comincio' a prenderla a pugni, non avendo alcuna arma di cui servirsi. Poi afferro' la frusta che Ramira teneva in mano e gliela strinse attorno al collo con un nodo. Si rialzo' in piedi, evitando che lei facesse altrettanto bloccandola con un piede ben poggiato sul mento. Con un' estremita' della frusta tra le mani, l'altra stretta attorno al collo di Ramira, Dacno disse:
-E tu, sei pronta a morire?-. E tiro' piu' che pote', fino a spezzarle l'osso del collo. Ramira resto' inerme, con gli occhi fissi in un espressione di sbalordimento, quasi fuori dalle orbite, accasciata al terreno.
Dacno aveva ottenuto la sua vendetta.
E ora? Era in cerca di altre vendette ora?
Probabile.
Ando' rapida a recuperare la spada e i pugnali. Lancio' un ultimo sguardo al cadavere di Ramira e poi si volto', quell'immagine indelebile nella mente, per affrontare un altro combattimento, l'ennesimo della sua vita.

CITAZIONE
Danni fisici:
contusioni al volto
colluttazione leggera alla schiena
contusioni leggere al corpo
Danni magici:///
Morale: Media
Equipaggiamento: Spada d'argento; 2 pugnali d'argento



Edited by benoit4ever - 5/9/2006, 16:02
 
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algo
view post Posted on 5/9/2006, 19:37




Algo aveva fatto furi una coppia di gemelli con una crudeltaà inaudita: erano in guerra, è vero e in guerra si muore e si uccide, ma c'è modo e modo di uccidere. Algo lo aveva fatto nella maniera più spietata e più cruenta enon tanto per il gesto di averlo fatto ma per il gusto che ci aveva provato. E ora, con quel sadico gusto, cercava altre vittime da sventrare con la sua spada, ormai vermiglia del sangue di molti nemici.

"Avanti bambini, venite... Algo ha tanta voglia di vedervi morire!"


Poco più in là un licantropo aveva visto il vapiro decaduto uccidere in quel modo barbaro in sue gemelli.

"Dannato bastardo! Ora farò in modo che di te non restino nemmeno le tue luride budella!"


Il mannaro in questione doveva essere di elevato grado poiché riuscì a mutare con un'abilità incredibile: il suo volto assunse tratti bestiali, la casa toracica si gonfiò fino a spaccare l'armatura, la muscolatura raddopiò. Infine il suo corpo si ricoprì di una folta pelliccia e, con un ruggito lanciò la usa sfida ad Algo. La bava del lincantropo venne schizzata anche sulla nuca del vampiro decaduto, che al momento della metamorfosi era di spalle.

"Come osi inzozzarmi con la tua lurida bava schifoso cane randagio!"


proruppe Algo dopo essersi ripulito.

Il licantropo si scagliò selvaggio su di lui: il vampiro decaduto cercò di calare la spada sulla testa dell'avversario ma esso più veloce. Con le sue affilatissime unghie ferì Algo sulla guancia sinistra dove già l'aveva sfregiato la sua prima vittima di quella battaglia: ora dalla guancia comincaiva a sgorgare il sangue forse preavviso di una lieve emorragia. Il mannaro però no si fermò : dopo aver colpito con un successivo montante il volto di Algo con una poderosa spallata lo gettò a cinque metri da lui. Il vampiro decaduto doveva agire rapidamente, altrimenti l'ultimo assalto dell'avversario l'avrebbe ucciso di sicuro.

"D-Dannazione!"


urlò Algo per terra mentre sputava un fiotto di sangue che gli usciva dalla bocca

"Se solo riuscissi ad avvicinarmi a te sottospecie di can..."


Algo si interruppe improvvisamente: aveva trovato una soluzione. Con un ghigno demoniaco sul volto Algo osservava il vampiro che combatteva (dandogli le spalle) a pochi metri da lui. Si poteva funzionare. Con un rapido scatto s'avventò sul malcapitato succhiasangue e lo usò come scudo lanciandolo contro l'avversario. Poi gli corse incontro e con la sua spada tranciò a metà il vampiro addosso al licantropo. Gli intestini del malcapitato finirono addosso al mannaro che, pur potendo ritornare umano, era sempre un animale perciò si avventò sui resti del vampiro. Algo non si fece sfuggire l'occasione e, appena possibile, utilizzò una tecnica che aveva elaborato per gli avversari particolarmente grandi e impegnativi

CITAZIONE
-Vampire Justice: tecnica utilissima con nemici di grosse dimensioni. Algo frutta il corpo del nemico per darsi una spinta verso l'alto per poi ricadere sul nemico trafiggendolo con la spada. Il colpo per essere efficacie deve essere eseguito su nemici di grossa taglia (es.licantropi trasformati,troll, ecc.) a cui può provocare danni mortali.
[Media = 20]

Il licantropo finì taglaito praticamente in due: un gigantesco schizzo di sangue investì Algo che compiaciuto dell'utilità della sua tecnica e di aver ucciso un avversario temibile era più eccitato che mai.

"Vai a sputare la tua saliva nauseabonda in faccia al demonio! Si, sprofonda nel più nero inferno"


Così Algo era pronto per affrontare un altro avverario, a porre fine ad un'altra esistenza.

CITAZIONE
Danni fisici:
ferita mediamente profonda al volto (presagisce una lieve emorragia)
danni lievi al volto
lieve contusione al ginocchio dx

Danni magici: \\\

Morale: alta (euforia)

Equipaggiamento: Sword of Resurrection
Energia rimasta: 60/80
Tecnica utilizzata:Vampire Justice

 
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17 replies since 21/8/2006, 14:27   381 views
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